Traversata Monte Velino

  • 17/18/-08-2020

Descrizione escursione:

Il territorio che non si conosce nasconde sempre diversità, ma sono proprio tali diversità che ci spingono ad esplorarlo per cercare e apprendere cosa di più bello può regalare. In questa due giorni fuori porta abbiamo potuto ammirare lo spettacolo del parco regionale del Velino-Sirente. Spazi infiniti, viste superbe, ci hanno fatto innamorare sempre più della montagna e delle sue immense sfaccettature. Il periodo è da imprese memorabili e pernotti sublimi, dove ammirare il cielo stellato fa sognare in grande e dove il rumore del nostro silenzio è pari al frastuono dei nostri pensieri.

1° Giorno:

Piccoli uomini e grandi appassionati, dove un minimo gruppo di due adulti e un ragazzino può regalare grandi emozioni. Con noi c’è il giovane Alessio, ormai icona del gruppo. Una tenda è sufficiente per godere di questa stupenda traversata, senza grandi impegni, ma con la consapevolezza che sulle spalle graveranno carichi diversi, dato che gli zaini da spedizione non sono proprio pesi piuma. Arrivati il giorno 16-08-20 a Forme di Masse d’Albe e lasciata l’altra auto al parcheggio nei pressi della chiesa di Santa Maria in Porclaneta, abbiamo gestito il nostro primo campo nei pressi dello splendido rifugio Casale Da Monte Mt. 1150 s.l.m. con una cornice montuosa che ci ha incastonato dentro di essa tra le pareti verticali del Cafornia e la bassa valle Majelama e quella del Bicchero. Dopo una notte calda e tranquilla e con la giusta dose di preparazione per tutto il materiale, abbiamo intrapreso il nostro lungo viaggio verso la nostra meta. La giornata ci condurrà, dopo un tragitto ben preciso, nei pressi del Rifugio Sebastiani dove dormiremo la nostra seconda notte in tenda. Alle prime ore del mattino, con il sole appena sorto, prendiamo il sentiero Cai N°8 (vietato per ordinanza dal 15/02 al 15/08 di ogni anno) e risaliamo la valle Majelama. La via è ben segnalata e la valle molto suggestiva. Il peso dei nostri pesanti zaini influisce sul nostro passo, infatti saliamo più lenti del solito, ma con passo costante. Il sole cresce rapido e la temperatura tende ad aumentare. Ad un bivio non molto segnalato prendiamo verso la destra orografica della valle risalendo la dorsale che ci porterà verso la parte alta del sentiero 1G. Qui decidiamo di salire in ‘free’ e prendiamo la cresta verso la cima di costa Stellata Mt. 2067 s.l.m. Guadagnata la cresta in maniera non facile, causa la scarsa presenza di tracce, ci portiamo verso l’altra vetta di giornata. Il duemila da raggiungere è Capo di Pezza M.t. 2177 s.l.m. Qui lo spazio si estende al massimo su gran parte del gruppo. La via di cresta ora è più visibile e i nostri sguardi si perdono verso le immense cime del Velino. Portiamo già 3 ore di marcia e ci concediamo proprio in cima a Capo di Pezza una meritata pausa. Riflessioni, ammirazione e stupore viaggiano con noi e ci fanno capire le fatiche, il coraggio e la consapevolezza del vivere certe esperienze. Qui ci sentiamo a casa e ogni casa dona calore anche senza pareti. Le nostre sono rocciose e piene di vita…MONTAGNE. Ripreso il cammino ci dirigiamo, in un continuo sali e scendi, verso Punta Trieste prima e Punta Trento poi. Rispettivamente Mt. 2230 s.l.m. e Mt. 2243 s.l.m. Ora raggiunti questi altri due importanti step, scendiamo di quota per intersecare la via di rientro per l’itinerario dell’indomani. Qui al bivio Punta Trento seguiamo ancora il sentiero Cai N°1G verso colle dell’Orso da dove intravediamo lo splendido inciso che scende verso il Rifugio Sebastiani. La nostra strada ancora non sarà a scendere, bensì nuovamente a salire. Lasciando l’1G, prendiamo una via ben segnalata che, brevemente guadagnando quota ci porta in vetta al Costone Orientale Mt. 2271 s.l.m. Ora il rifugio è ben visibile e senza difficoltà scendiamo per cercare un posto comodo dove piazzare il nostro piccolo campo. Il Rifugio è chiuso a causa dei lavori di ristrutturazione e purtroppo non possiamo sfruttare le sue comodità e la compagnia dei montanari, che solitamente in questi periodi è ben nutrita. La zona limitrofa al rifugio è comunque vasta e facilmente troviamo il nostro piano per accamparci. Mangiamo e ci sistemiamo per il proseguo di giornata che facilmente tra le nostre amate montagne, volge al termine. La sera racchiude magia e dona un senso di benessere speciale e vivendolo in certi luoghi ci fa assaporare maggiormente la nostra avventura. Tranquillità e riposo…

2° Giorno:  

Un giorno trascorso, un giorno da iniziare…

La sveglia in quota è solo da provare, dato che descrivere tali scenari a parole non è per niente semplice. Ammirazione, stupore, meraviglia…l’alba e il silenzio con le montagne ad avvolgerti ti dà di certo sicurezza per affrontare al meglio un nuovo giorno ricco di emozioni. Qui dal nostro campo dopo una ricca colazione e dopo aver riposto tutto il materiale negli zaini, che iniziano a perder peso, riprendiamo il viaggio. Risaliamo il sentiero Cai N°1G verso Colle dell’Orso e percorriamo a ritroso la via di ieri fino al Bivio Punta Trento a quota Mt. 2220 s.l.m. Da qui i nostri passi si muoveranno verso l’altro versante della catena toccando le cime più elevate del gruppo. Ci muoviamo rapidi, sfruttando le prime ore del mattino. Il sentiero che impegniamo è il Cai N°1 che con dei sali e scendi ci conduce direttamente alla sella del Bicchero a quota Mt. 2076 s.l.m. Con meraviglia notiamo che tale via non è proprio intuitiva e ben segnalata, infatti facendo attenzione e sfruttando al massimo il navigatore non perdiamo troppo terreno e con poco più di un’ora dalla nostra partenza, siamo al valico. La sella del Bicchero è un nuovo incrocio dove si intersecano diverse vie di salita e discesa. La Val di Tela di fronte e la valle del Bicchero che sale dalla Majelama dietro di noi. Panorami stupendi che ci fanno recuperare un attimo e ammirare tali contesti. Qui con decisione e con il sentiero tornato ben visibile saliamo al Bicchero fino a quota Mt. 2161 s.l.m. Il Bicchero segna per il giovane alpinista un traguardo importante delle sue avventure, infatti salendolo Alessio raggiunge quota 100 cime dell’appennino. Dopo aver raggiunto questa nuovo traguardo, con soddisfazione ed impegno, continuiamo in cerca di nuove esperienze e vette da scoprire. Salendo ancora il sentiero N°1 ci portiamo sulla sella dove si interseca la via N° 7A che porta verso l’altra cima di giornata. Cimata Fossa dei Cavalli Mt. 2301 s.l.m. è un’altra vetta di transizione se si percorre tale sentiero a salire da Forme verso il Cafornia. Sviluppato il breve tratto di sentiero andata e ritorno, ci dirigiamo verso il Monte Cafornia Mt. 2424 s.l.m. attraversando il bivio che ci porterà al Velino. Tocchiamo la vetta e continuiamo ad ammirare. I sentieri che salgono verso questa cima sono diversi e da più versanti. Ci soffermiamo su quello più alpinistico (N°7) che si prospetta bello ed impegnativo (di certo in altra occasione e con meno peso addosso). Ora il Monte Velino Mt. 2486 s.l.m. è davanti a noi in modo chiaro e distinto. Ripercorriamo a ritroso la salita al Cafornia, fino al bivio e agilmente con la via ben delineata siamo sotto alla salita finale alla vetta regina del parco. Qui senza indugiare saliamo per la via più battuta e frequentata. Con circa 30 minuti siamo in vetta. Qui ci esaltiamo nuovamente, tra stupore e meraviglia. Le montagne affascinano e in cima ad esse si ritrova ogni volta forza e soddisfazione anche, come nel nostro caso, se si è stanchi e carichi. Dopo una meritata pausa e il giusto minimo pasto, iniziamo a scendere per conoscere altre sommità e segnarle nel nostro palmares. In sequenza e in maniera naturale raggiungiamo tramite il sentiero Cai N°3 Cima Costognillo Mt. 2389 s.l.m. e Cima Sevice Mt. 2355 s.l.m. Da quest’ultima si vede chiaramente il piccolo Rifugio di Sevice Mt. 2119 s.l.m. che con facilità e rapida discesa raggiungiamo con meno di 30 minuti. Tranquillità e un po’ di relax per iniziare a metabolizzare il percorso sviluppato e l’impegno proteso. Pranziamo con quello che è rimasto negli zaini e soddisfatti ci concediamo un’oretta di stop (sulla tabella di marcia siamo abbondantemente in anticipo). Qui ora ci aspetta la lunga discesa verso il punto di rientro, dove avevamo 2 gg prima parcheggiato l’altro mezzo. Prima di ciò vogliamo qualcosa di più e non ancora soddisfatti saliamo verso Monte Rozza Mt. 2064 s.l.m. Le ultime forze per salire su un’altra vetta sopra i duemila di questo stupendo parco, ricco di valli, creste e con un’estensione territoriale notevole che sopra ogni cosa non ci ha tolto la voglia di tornare nuovamente a visitarlo.

Traversata Monte Velino (Earth)
Traversata Monte Velino (Earth)
Traversata Monte Velino
Traversata Monte Velino

Dati escursione:

Traccia Gps tramite Wikiloc: Traversata Monte Velino

Punto di inizio escursione:

  • Lunghezza complessiva: Km 33.6
  • Tempo di percorrenza: 16 ore (2 Notti – 3 Giorni)
  • Quota partenza: Mt 1150
  • Quota Arrivo: Mt 1030
  • Grado escursione: EE
  • Dislivello Salita: Mt 2680
  • Dislivello Discesa: Mt 2720
  • Previsione meteo: Cielo buono per l’intera traversata e assenza di vento.
  • Vette Raggiunte: Cima Costa Stellata (2057)-Capo di Pezza (2177)-Punta Trieste (2230)-Punta Trento (2243)-Colle dell’Orso (2175)-Costone Orientale (2271)-Monte Bicchero (2161)-Cimata Fossa dei Cavalli (2301)-Monte Cafornia (2424)-Monte Velino (2486)-Monte Costognillo (2339)-Monte Sevice (2355)-Monte Rozza (2064)

Foto

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